Trattamento conservativo delle cisti dei mascellari
Tra le patologie più comuni in ambito di chirurgia orale e maxillofacciale troviamo le cisti dei mascellari.
La cisti è una cavità patologica neoformata costituita da una parete epiteliale secernente responsabile del liquido raccolto all’interno. Il liquido cistico crea una pressione interna maggiore rispetto all’ambiente circostante e ciò determina il riassorbimento osseo che favorisce l’accrescimento lento e progressivo della cisti stessa. Le cisti che si sviluppano nella compagine ossea dei mascellari [superiore ed inferiore] vengono classificate in base ai tessuti di origine in:
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CISTI ODONTOGENE: originano dal germe dentario nelle varie fasi dello sviluppo o dai tessuti del dente completamente formato.
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CISTINON ODONTOGENE:non originano dal germe dentario.
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PSEUDOCISTI: non hanno il rivestimento epiteliale interno.
Quelle che tratteremo in questo articolo sono quelle odontogene senza dubbio quelle più frequenti. Un’ulteriore classificazione delle cisti odontogene si basa sulla natura della loro formazione e le suddivide in:
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CISTI DA SVILUPPO: originano da processi degenerativi o malformativi dei tessuti che compongono il germe dentario.
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CISTI INFIAMMATORIE: la causa che ne determina la formazione è di origina infiammatoria.
TERAPIA: Il trattamento è essenzialmente chirurgico e consiste in:
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CISTECTOMIA: trattamento conservativo che prevede l’apertura della cisti che viene svuotata del suo contenuto liquido che è quello che determina il progressivo riassorbimento osseo con crescita della cisti. La cisti si riduce progressivamente in tempi piuttosto lunghi.
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CISTECTOMIA: prevede l’enucleazione completa della parete cistica.
Non esistono linee guida comportamentali per il paziente, essendo assolutamente asintomatiche e diagnosticate in modo casuale attraverso accertamenti radiografici eseguiti per altri motivi.
E’ interessante notare che le opzioni di trattamento risentono fortemente dell’esperienza dell’operatore. Il caso esposto nella radiografia seguente rappresenta una lesione cistica che si estende in mandibola dall’elemento 4.3 alla radice del 4.8 .
La giovane età del paziente (22 anni), unitamente ai test di vitalità positivi che attestavano la vitalità degli elementi dentari, ha fatto propendere per una “Cistectomia conservativa”. L’intervento, supportato da immagini 3D di una TC come beam, ha avuto come primo obiettivo la preservazione del nervo alveolare inferiore, compresso e dislocato dalla pressione esercitata dalla cisti. Completato il clivaggio della cisti e l’asportazione attraverso una breccia ossea occluso-vestibolare, si irrigava la cavità residua con soluzione fisiologica ed antibiotico (Rifocin fiale).
Le dimensioni della cavità non permettevano l’immediata ricostruzione con materiale da rigenerativa ossea. Si è dunque mirato alla stabilizzazione del coagulo mediante spugne di collagene ed alla corretta chiusura con un generoso lembo muco-periosteo.
Le immagini mostrano il controllo radiografico effettuato a 4 mesi dall’intervento che attesta una buona ossificazione della cavità residua, che una volta richiusa si riempe di coagulo che successivamente subisce una metaplasia ossea.
Tutti gli elementi dentari preservati hanno conservato la sensibilità e non hanno richiesto alcuna terapia canalare. Il paziente è stato quindi rimandato ad un successivo controllo radiografico a sei mesi di distanza, per essere poi eventualmente arruolato per l’inserimento di un impianto dentale in titanio.
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