Implantologia per i casi di grave atrofia ossea: gli impianti iuxtaossei
Se l’osso è poco, l’implantologia iuxtaperiostea può essere la soluzione: attraverso un procedimento di sintesi laser, si realizza una struttura in titanio che abbraccia l’osso residuo e supporta i nuovi denti.
Gli impianti iuxtaossei o sottoperiostei, (subperiosteal implants) sono stati introdotti nel 1941 da Gustav Dahl e rivisitati nel 1946 da Norman Goldberg e Aaron Gerschkoff.
Lo iuxta-osseo, tra le tecniche disponibili e indicate per il trattamento delle atrofie avanzate a carico immediato (Cawood and Howell class VI), è l’impianto che beneficia del più lungo studio prospettico, con una sicurezza ed efficacia anche superiori alle tecniche di rigenerazione.
Questi impianti sono indicati per il trattamento con carico immediato delle atrofie gravi e avanzate dell’osso sia totali sia parziali e sono alternativi o prioritari alle procedure di innesti inlay onlay con prelievo dalla teca cranica o dalla cresta iliaca, all’osteotomia di Lefort 1 con innesto interposizionale, agli impianti zigomatici intra-extra sinusali.
La procedura è stata recente mente resa più accurata e meno invasiva con l’ausilio di tecniche di prototipazione 3D e di produzione al laser delle strutture in titanio: grazie a queste recenti acquisizioni le fasi del trattamento sono:
- Scansione TAC delle arcate
- Analisi del caso e programmazione del trattamento chirurgico
- Produzione della struttura in titanio
- Intervento per il posizionamento della struttura mediante microvite in titanio
- Protesizzazione
L’accurata selezione del paziente garantisce l’affidabilità del trattamento: sono esclusi pazienti con igiene orale scadente, fumatori o con patologie metaboliche non compensate.
Per il trattamento si procede in anestesia locale e, a richiesta, con una leggera sedo-analgesia.
I tempi di trattamento dipendono dalla estensione della protesi e dal numero di elementi dentari da applicare l, e varia da un ora a tre ore.
Sarà cura del paziente e del professionista effettuare i controlli successivi con cadenza semestrale, che contribuiranno alla riuscita a lungo termine della terapia.
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A cura dei dott. Riccardo Cassese & Francesco Puglia
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