La prevenzione del melanoma
La prevenzione del melanoma inizia da pochi piccoli gesti quotidiani
Il sole si sa, non sempre rappresenta un amico per la nostra pelle, per questo motivo voglio fare quale chiarimento in più a riguardo. Spesso mi capita di ascoltare in corso di visite dermatologiche, che i pazienti impazziscono alla ricerca di protezioni solari scelte così a casaccio tra i banchi di farmacie o, addirittura, nei supermercati. I pazienti sono confusi e questo, purtroppo, non dipende da loro ma dalle cattive informazioni che spesso vengono fornite dai mass media o anche da alcuni medici non specialisti in materia. Il concetto giusto è che bisogna sensibilizzare tutti, intendendo per tutti coloro che non hanno avuto in passato storia di melanoma (quindi persone considerate “non strettamente a rischio”), a controllare i nei dal proprio dermatologo di fiducia, con follow up almeno annuali. Oggi il dermatologo ha a disposizione alcuni ausili diagnostici: il dermatoscopio in epiluminescenza è considerato di grande aiuto rispetto al normale esame clinico per la diagnosi di tumori melanocitari e non melanocitari. Inoltre, grazie ad una maggiore sensibilizzazione ed alla prevenzione attraverso varie campagne informative promosse da noi dermatologi nei modi più svariati, si è ormai riusciti ad aumentare il tasso di diagnosi precoce dei tumori cutanei quasi del 80%, rispetto agli anni precedenti. Ma c’è ancora tanta strada da fare: bisogna che i pazienti capiscano che i nei sono importanti e che solo un adeguato controllo esperto, ma soprattutto regolare, può indirizzare verso una diagnosi precoce.
Il melanoma è un tumore a partenza dai melanociti, cellule “intelligenti” che hanno la funzione di produrre melanina, pigmento che protegge dai raggi dannosi del sole; è un tumore raro nei bambini, colpisce principalmente intorno ai 40-50 anni, con un’incidenza addirittura raddoppiata negli ultimi anni. Il rischio aumenta in persone che abbiano una familiarità per tumori cutanei, in soggetti con pelle chiara e con un alto numero di nei, ma questo non significa che chi ha pochi nei non debba preoccuparsi di farsi controllare, anzi, ne potrebbe bastare uno ma buono per mettere a repentaglio la propria vita!
Da un punto di didattico possiamo distinguere 4 forme di melanoma: quello a diffusione superficiale (detto anche melanoma in situ), la lentigo maligna, il melanoma acrale, il melanoma nodulare che rappresenta la tipologia più aggressiva e che tende a dare metastasi anche piuttosto precocemente.
Ma non dimentichiamo che esiste una grossa fetta di tumori cutanei, ancora più strettamente connessi ad una cattiva esposizione solare e che sono i cosiddetti tumori NON MELANOCITARI: i carcinomi spinocellulari ed i carcinomi basocellulari, i primi derivanti dai cheratinociti presenti nello strato più esterno dell’epidermide (detti cellule squamose), i secondi derivanti dallo strato più profondo (detti cellule basali).
La comparsa di questi tipi di tumori (basalioma e spinalioma) è legata alla quantità cumulativa di luce solare assorbita dalla pelle durante la vita e sono più frequenti nei soggetti con pelle chiara, che non si abbronzano tanto facilmente. In linea di massima i carcinomi cutanei sono più frequenti in soggetti di età un po’ più avanzata, anche se mi capita sempre più spesso di osservarli in soggetti giovani (spesso legati ad atteggiamenti di vita sbagliati, come l’utilizzo smisurato ed incontrollato di lampade abbronzanti) o in soggetti che hanno svolto la propria attività lavorativa prevalentemente al sole (agricoltori, operai, marinai, assistenti di volo, autisti), persone in pratica che accumulano, pur non volendolo, una quantità cumulativa di esposizione ai raggi solari alta. Questi tipi di tumori possono simulare facilmente altre patologie cutanee pertanto solo un occhio esperto può essere in grado di fare una corretta diagnosi.

Cominciamo, innanzitutto, con il dire che la cosiddetta autoispezione è assolutamente buona norma, pensi che è stato statisticamente provato che il nostro cervello memorizzi fotograficamente dove siano più o meno localizzati i nostri nei e che, quindi, un’eventuale lesione che esca improvvisamente può risaltare ai nostri occhi con una semplice osservazione allo specchio del nostro corpo, anche dopo una comune doccia, ad esempio. Ovviamente ciò non sostituisce i controlli dal dermatologo, che devono essere in ogni caso almeno annuali, ma ci spinge a correre prima se osserviamo qualcosa di cui non avevamo memoria. Ad esempio, per quanto riguarda i basaliomi (detti carcinomi basocellulari), potrebbero presentarsi come delle piccole macchioline rosse, talvolta, leggermente ruvide al tatto o come un brufolo che tende a non guarire; mentre, nel caso dei spinaliomi (detti carcinomi spinocellulari), il discorso è più complesso innanzitutto perché sono più rari rispetto al basalioma, tendono a preferire localizzazioni strane come le mucose, ad esempio quella delle labbra ed a volte, nascondersi in posti difficili da diagnosticare in quanto presentano delle barriere fisiche come nel caso degli spinaliomi subungueali, fortunatamente molto rari, ma che possono mimare una verruca o un onicomicosi, motivo per cui molto spesso si arriva ad una diagnosi “di esclusione” dopo aver osservato una verruca che, ad esempio, tende a non guarire. In tutti i casi in cui si osservano lesioni che tendono a non guarire né spontaneamente né post terapia, bisogna indirizzare i pazienti a praticare un esame bioptico per scoprirne la vera natura e poi, da lì, scegliere il trattamento adeguato che risulterà, purtroppo spesso, essere molto demolitivo.
Sapete qual è l’incidenza dei tumori cutanei nella nostra popolazione, pensando proprio alla città in cui viviamo? In generale, in tutta Italia è stata dimostrata un aumento di frequenza per carcinomi cutanei, dovuto molto probabilmente agli effetti dell’esposizione solare eccessiva in soggetti “predisposti”; in particolare nella nostra bella città del Sole dove amiamo iniziare ad esporci al sole a Marzo per finire ad Ottobre (forse) e dove c’è una grossissima tendenza a coprire gli altri mesi dell’anno con lampade abbronzanti, per non perdere l’abbronzatura, l’incidenza è aumentata negli ultimi anni proprio nei soggetti più giovani, pur trattandosi di tumori che dovrebbero presentarsi, solitamente, oltre i 50 anni. In linea di massima, inoltre, bisogna ricordare che le tante scottature, ustioni e le giornate trascorse al sole, talvolta anche addormentandosi al sole in barca o su un lettino, soprattutto in età infantile sono molto rischiose; questa caratteristica li accomuna al melanoma che, pur essendo un tumore più frequente in chi ha una certa familiarità, è legato anch’esso al numero si scottature subite in età precoce.
Cari lettori, voglio lasciarvi con due messaggi importanti, il primo è che, come dicevo, la protezione solare va usata tutto l’anno ed è prescritta e scelta per il paziente come una camicia su misura. Si prescrive, cioè, in base al fototipo, al tipo di pelle (se sia pelle grassa o secca), alla patologia di base (pazienti che sono affetti da acne o da rosacea o da altre patologie dermatologiche hanno protettivi che, contestualmente, sono curativi), in base al tipo di lavoro (alle ore di sole cumulative medie prese durante la giornata), al tipo di vacanza che si intende fare (ad esempio è stato osservato che le vacanze mordi e fuggi del week end sono più rischiose di un esposizione prolungata per 20 gg di seguito, perché la pelle tende a scottarsi più velocemente e non viene dato il tempo ai melanociti di sviluppare il pigmento, l’abbronzatura, che rappresenta una forma di difesa della pelle), evitando in tutti i casi di esporsi nelle ore più calde. Il secondo consiglio è quello di non dimenticare mai di praticare un controllo nei con dermatoscopia in epiluminescenza una volta all’anno dal vostro dermatologo di fiducia; se le immagini vengono computerizzate ed archiviate a pc ancora meglio perché così è possibile osservare l’evoluzione microscopica obiettiva nel tempo.
Dott.ssa Ines Mordente
Specialista in Dermatologia e Venereologia
