
Le malattie veneree sono quelle patologie che possono trasmettersi durante attività sessuali di varia natura. Per questo motivo sono note anche come MST, acronimo di Malattie Sessualmente Trasmesse. Fanno parte di questa categoria anche le patologie che – seppur di regola acquisite con modalità differenti (per via parenterale, orofecale ecc.) – possono trasmettersi in maniera sporadica od occasionale anche attraverso contatti sessuali.
Intorno alla metà del secolo scorso, nei Paesi più industrializzati, le migliorate condizioni socio-economiche e le conquiste terapeutiche del dopo guerra hanno notevolmente ridimensionato l’incidenza delle classiche malattie veneree (sifilide, gonorrea ecc.), al punto da lasciar supporre una loro graduale scomparsa negli anni a venire. Successivamente, però, il gruppo delle malattie sessualmente trasmissibili è andato via via delineandosi ed arricchendosi di patologie dalle caratteristiche diverse rispetto a quelle fino ad allora conosciute. Da un lato, nei Paesi in via di sviluppo si è assistito al dilagare della più temuta malattia venerea, l’AIDS, mentre dall’altro nelle nazioni più industrializzate la promiscuità sessuale e la globalizzazione hanno contribuito a mantenere alta l’attenzione verso questo problema, che – ben lontano dall’essere risolto – continua ad assorbire ogni anno ingenti risorse finanziarie destinate alla sanità pubblica. Attualmente, il gruppo delle malattie veneree riconosce oltre 30 diversi agenti eziologici, tra i quali figurano virus, batteri, funghi e parassiti. Tra questi, solo alcuni microrganismi vengono trasmessi prevalentemente per contatto sessuale:
Neisseria gonorrhea: batterio responsabile della gonorrea (detta anche scolo o blenorragia);
Treponema pallidum: batterio responsabile della sifilide;
Chlamydia trachomatis: batterio responsabile di uretriti, cerviciti e malattia infiammatoria pelvica;
Trichomonas vaginalis: protozoo flagellato (organismo unicellulare) responsabile della tricomoniasi;
HPV (Human PapillomaVirus): alcuni tipi (16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58) possono causare il cancro del collo dell’utero, mentre altri ceppi sono responsabili dei condilomi acuminati;
HSV (Herpes Simplex Virus): alcuni tipi (l’uno ed in particolare il due) sono responsabili dell’herpes genitale.
Il contagio avviene durante rapporti sessuali di varia natura (genitale, oro-peniena, oro-vaginale, anale) con contatto diretto di liquidi infetti, come sperma, secrezioni vaginali e sangue perduto da piccole lesioni. Particolarmente rischioso è il coito anale, spesso responsabile di modeste lacerazioni che diventano porte d’ingresso per i germi. Per quanto riguarda il petting sussiste un certo rischio di trasmissione in caso di contatto dei genitali od eiaculazione in prossimità di essi.
Alcuni microorganismi responsabili di specifiche malattie veneree vengono invece trasmessi con una certa frequenza sia per via sessuale che per via parenterale; è il caso, ad esempio, dell’AIDS e del virus dell’epatite B, entrambi comuni in alcune categorie di tossicodipendenti. Oltre che per lo scambio di siringhe, queste malattie veneree possono essere trasmesse anche tramite l’uso promiscuo di rasoi od oggetti da taglio non ben sterilizzati (ad esempio per interventi chirurgici o tatuaggi). Altri microorganismi riconoscono modalità di contagio prevalentemente non sessuali; è il caso, ad esempio, del virus dell’epatite A, dei batteri Shigella, Campylobacter e Salmonella, nonché dei parassiti Giardia lamblia e Cryptosporidium, tutti trasmessi prevalentemente per via oro fecale (ingestione di alimenti contaminati), ma anche durante rapporti sessuali di natura oro-anale e genito-anale (inclusa la condivisione di giocattoli sessuali non adeguatamente sterilizzati o protetti da un preservativo). Il Cytomegalovirus e l’Epstein barr virus possono essere trasmessi sia attraverso contatti sessuali che tramite un semplice bacio (la saliva è un veicolo di infezione).
In generale, quindi, gli agenti eziologici responsabili delle malattie veneree riconosco differenti modalità di trasmissione che, seppur raramente, possono includere anche l’utilizzo promiscuo di biancheria intima, asciugamani od articoli da toilette infetti. Al di fuori di pochissime eccezioni (abbiamo visto la mononucleosi per il bacio), le malattie veneree non si trasmettono baciando un’altra persona, né tanto meno bevendo dallo stesso bicchiere o stringendole la mano; l’utilizzo di sanitari pubblici viene generalmente considerata una pratica a basso rischio, in quanto la maggior parte dei microorganismi responsabili di malattie veneree non sopravvive a lungo all’esterno del corpo.